E’ stato più volte definito “il batterio dell’estate”: sarà perché quello che provoca le legionella prolifera negli ambienti acquatici caldi ed umidi, dal momento che la temperatura ideale di sopravvivenza del batterio è tra i 25°C e i 55°C. Questo, in parte, spiegherebbe perché, nell’immaginario comune, si tratti di una malattia con una stagionalità estiva-autunnale, ma la realtà è che anche nelle altre stagioni dell’anno è possibile venire a contatto con il batterio (e, dunque, contrarre la malattia), nonostante le temperature esterne siano notevolmente più basse rispetto a quelle appena indicate.
In questo articolo, pertanto, cerchiamo di sfatare la diceria per cui quello della legionella sarebbe il batterio dell’estate, vedendo insieme non solo quali sono, per la legionella, i sintomi, e i modi in cui ci si può imbattere in esso, ma anche in quali luoghi esso prolifera, aumentando il rischio di venirvi a contatto anche nelle stagioni non calde. Iniziamo.
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Che cos’è la legionella
Come abbiamo già avuto modo di dire, la legionella non è altro che un batterio aerobio presente negli ambienti acquatici naturali e artificiali e portatore della legionellosi, ovvero una malattia infettiva delle vie respiratorie detta anche, non a caso, Malattia del Legionario. Un nome curioso, che deriva dal fatto che il batterio che ne è causa fu identificato per la prima volta nel 1977 su un gruppo di partecipanti a un raduno della Legione Americana avvenuto l’estate precedente presso un hotel di Philadelphia: in quell’occasione, 221 persone contrassero la malattia e ben 34 di esse morirono.
Come si contrae la legionella e quali sono i sintomi
Da qui si capisce anche il modo con cui è possibile contrarre la legionella: il suo batterio, infatti, è presente negli ambienti acquatici naturali per poi giungere in quelli artificiali. Dalle acque sorgive, dai fiumi, dai laghi e dai fanghi, infatti, raggiunge gli ambienti artificiali come condotte cittadine e impianti idrici degli edifici, quali serbatoi, tubature, fontane e piscine. Ma è bene fare attenzione: la legionella non si trasmette da uomo a uomo o bevendo l’acqua contaminata, ma per via respiratoria, ossia tramite inalazione, aspirazione o microaspirazione. È nelle piccole goccioline d’acqua nebulizzata, infatti, che il batterio si annida e prospera, incubando tra i 2 e i 10 giorni (in media 5 o 6) dopo il contagio. Da questo momento, i sintomi sono febbre, dolori muscolari, mal di testa, astenia, tosse lieve non produttiva e mal di gola.
La legionella fuori dall’estate
Non è dunque difficile capire come la legionella sia una malattia che può essere contratta anche fuori dal periodo estivo: quello che importa, infatti, è la temperatura dell’acqua che si fa veicolo del batterio, e non solo del clima esterno. Basti pensare che terme, saune e piscine sono molto ambite nel periodo freddo ma, allo stesso tempo, sono i posti in cui c’è più possibilità di contrarre il batterio. Lo stesso vale per hotel e strutture ricettive, ossia grandi strutture con sistemi centralizzati di distribuzione dell’acqua calda o di climatizzazione, e per impianti industriali dotati di torri di raffreddamento.
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L’importanza delle analisi della legionella
In tutti questi casi, l’analisi della legionella è un’attività necessaria (e in alcuni casi obbligatoria) per valutare le condizioni di una struttura soggetta a contaminazione e a rischio di contagio di legionellosi. A tal proposito, le nuove “Linee guida per la prevenzione ed il controllo della legionellosi”, approvate dalla Conferenza Stato-Regioni nel 2015, prevedono che le procedure preventive siano valutate e costantemente applicate nelle fasi di progettazione, installazione, funzionamento e manutenzione di impianti e strutture a rischio. Secondo tali linee guida, poi, l’analisi della legionella è obbligatoria per tutte le strutture a rischio: in tal caso è infatti necessario procedere alla valutazione dello stesso e predisporre il relativo documento di autocontrollo.