I codici CER per la classificazione dei rifiuti

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Quando si parla di codici CER (Codice Europeo del Rifiuto) per la classificazione dei rifiuti si fa riferimento a delle sequenze numeriche, composte da 6 cifre divise in 3 coppie, alle quali è attribuita una descrizione: essi sono volti a identificare un rifiuto, di norma, in base al processo produttivo da cui è originato e sono tutti contenuti nell’EER (Elenco Europeo Rifiuti), l’elenco dei rifiuti dell’Unione Europea istituito con la decisione 2000/532/Ce. 

Come si leggono i codici CER

Ovviamente, l’attribuzione delle 6 cifre non è casuale ma, al contrario, segue una logica ben chiara: la prima coppia, infatti, è la classe e identifica la fonte che ha generato il rifiuto, ossia il suo settore produttivo di provenienza; la seconda coppia è denominata sottoclasse e indica invece il processo o la lavorazione che ha originato il rifiuto all’interno delle settore produttivo di provenienza; la terza coppia infine è detta categoria e individua la singola tipologia di rifiuto.

Nell’elenco dei codici, poi, è possibile trovare tre tipologie di rifiuti: 

  1. Rifiuto classificato con codice CER pericoloso “assoluto”, che è pericoloso senza alcuna ulteriore specificazione. In tale caso le proprietà di pericolo del rifiuto sono definite da H1 ad H15;
  2. Rifiuto classificato con codice CER non pericoloso “assoluto”, che è non pericoloso senza ulteriore specificazione;
  3. Rifiuto classificato con codici CER speculari (uno pericoloso e uno non pericoloso): in tal caso, per stabilire se il rifiuto è pericoloso o meno vanno determinate le proprietà di pericolo che lo stesso possiede.

Chi e quando deve fornire i codici CER

La corretta classificazione dei rifiuto con l’attribuzione dei relativi codici CER è a carico del produttore che è tenuto ad individuare il codice corrispondente alla tipologia di rifiuto prodotto ai fini di una corretta gestione (tenuta dei registri di carico/scarico, deposito temporaneo, trasporto, smaltimento). Naturalmente, la classificazione dei rifiuti deve essere fatta prima che il rifiuto sia allontanato dal luogo di produzione: pertanto, la procedura deve essere sempre applicata con molta attenzione, rispettando la sequenza operativa prevista.

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