L’analisi dell’acqua potabile è un’attività importante per qualsiasi azienda che intenda offrire a chiunque (dai dipendenti ai clienti, dai partner agli stakeholder) non solo un servizio fondamentale per la salute e l’igiene ma anche assicurare un vero e proprio diritto inalienabile: Un discorso di questo tipo vale anche per quelle aziende che si servono di acqua potabile per irrigare i campi o abbeverare animali: solo grazie all’analisi dell’acqua potabile, infatti, si ha la certezza di non avvelenare non solo flora e fauna ma anche il consumatore finale, ossia l’uomo, che di vegetali e animali si ciba per la propria sopravvivenza.
Eppure, quando si parla di analisi dell’acqua potabile si può fare grande confusione: è obbligatoria? Se sì, quali aziende sono tenute a farla? E quando? Ma, soprattutto, come è possibile effettuare analisi dell’acqua potabile che siano attendibili e in grado di accertare la possibilità per l’uomo di usufruirne senza rischi? In questo articolo cerchiamo di dare una risposta a tutte queste non sempre facili domande. Iniziamo!
Analisi acqua potabile: cosa dice la legge
Proprio perché così definita, l’acqua potabile ha caratteristiche specifiche che ne certificano l’idoneità al consumo umano: parliamo di parametri di idoneità chimica, fisica e microbiologica (compresi alcuni parametri emergenti, stabiliti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità) indicati nel Decreto Legislativo 31/2001. Qui, poi, sono imposti i range imposti dei valori dei principali parametri chimici, fisici e microbiologici di analisi della qualità dell’acqua potabile: macro-minerali (Solfati, Cloruri, Nitrati, Cloriti, Calcio, Sodio, Magnesio, Potassio), metalli pesanti (Ferro, Manganese, Cromo, Arsenico, Piombo, Nichel), solventi chimici (Clorurati e Aromatici), microinquinanti (diserbanti , pesticidi, altri composti chimici di sintesi) e microbiologici (Coliformi totali, Escherichia coli, Enterococchi). Essi, poi, stanno alla base di quella che alcuni chiamano “etichetta dell’acqua”, ossia la certificazione della potabilità dell’acqua.
Analisi acqua potabile: quando farla
Giunti a questo punto, la domanda sorge spontanea: se l’analisi dell’acqua potabile certifica l’utilizzabilità, da parte dell’uomo, dell’elemento, perché mai bisognerebbe rifarla nel tempo? La risposta è semplice: la salute va al primo posto e poiché da un’analisi dell’acqua potabile all’altra alcuni parametri possono cambiare, è bene tenere costantemente monitorata la qualità dell’acqua stessa. Non solo: per le aziende, infatti, si tratta anche di responsabilità di fronte agli utilizzatori ma soprattutto alla legge: disattendere gli obblighi significa, infatti, rischiare grosso, non solo di fronte alla normativa ma anche in un’ottica di brand awareness, che rischierebbe di essere compromessa nel caso di analisi dell’acqua potabile disattese.
L’importanza di rivolgersi a laboratori specializzati per l’analisi dell’acqua potabile
Va da sé che rivolgersi a professionisti è sempre la scelta migliore: noi di Geo Lab siamo un laboratorio accreditati per l’analisi dell’acqua potabile e, come tale, utilizziamo solo test e saggi analitici previsti dalla normativa, avendo le competenze per monitorare tutti i parametri chimici, fisici e microbiologici previsti dalla legge.